"Inizi, non ce ne sarebbero dunque" dice Foucault,
quando, costretto a prendere la parola per la
lezione inaugurale al College de France, avrebbe voluto,
piuttosto esserne avvolto, avrebbe voluto accorgersi che
una "voce" lo precedeva gia' da tempo - avrebbe dovuto,
allora, solo concatenare, proseguire la frase...
E non, invece, essere costretto, come me, ad ammettere
di non avere storia, iniziando.
Che "Senti Internet" non ne ha una
se non per me, l'anchorman,
per Max il fonico,
per Orazio e Andrea, coautori,
per i redattori della radio che ci hanno visto
ogni martedi' riempire lo studio della diretta
con prolunghe di doppini telefonici, computer, modem.
Sono costretta a dover dire di una nascita,
di una crescita, di espisodi e di
esperimenti,
E con lo stesso tono di Foucault dico: "mi sarebbe piaciuto
accorgermi che Vittorio Zambardino
aveva seguito dalla prima all'ultima tutte le trasmissioni,
e che aveva potuto seguirle anche su internet,
nelle pagine che riguardano la trasmissione e trovare li'
teorie e pratiche che l'hanno resa possibile".
Mi sarebbe piaciuto (mi piacerebbe) essere efficace
e restituirgliele con uno scritto, uno, unico...
e dimenticare che "Senti Internet" e' una
integrazione inestricabile di Radio, Internet, altri sistemi
di linguaggio, di produzione di senso.
Ma, riprendo l'ordine del discorso, sempre a un passo
dal perdersi. E di quale discorso, poi?
"di quello fondamentale o creatore, o di quello
che ripete, chiosa,
commenta?"
Prendo l'ordine del tuo discorso, Vittorio, del discorso
di un giornalista al quale, tuttavia, e' ancora
(o di nuovo) la parola ad interessare.
Se mi chiedi di parlare di "Senti Internet" mi viene subito in
mente un vecchio adagio che e' stato proprio l'ispiratore
delle trasmissioni e cioe' una "legge" di Lacan: tutto cio' che
non si puo' dire si descrive.
Preso alla lettera: abbiamo cercato di non-descrivere, e di
"dire" dunque. Ma e' pur vero che non tutto si puo'
dire, come il godimento (vedi barthes, il piacere del testo).
E Internet ci pareva qualcosa di cui proprio non
si potesse dire
(come qualcosa di grande, di indicibile, appunto),
ne' abbiamo voluto piegarci ad una sola sua descrizione,
rifuggendo la tentazione di inscenare come tutti
(come molti) il campo di battaglia dei "modelli
interpretativi" rischiando in ogni momento
l'elogio del vaporware (dando voce peraltro a
Lorenzo Miglioli, sin dalla prima trasmissione, che
declamava "viva il vaporware, perche' il vaporware
e' il debordamento dell'umano sulla rete, li' dove la rete
ha debordato sull'umano").
Fin qui "il discorso del folle" direbbe Foucault, "il gesto
dell'augure" direbbe Barthes...
"ma, dammi tempo, dammi tempo."
Quali strumenti abbiamo usato? Quali criteri?
Avremmo voluto essere muti "anche il silenzio
puo' essere complesso ma non si va lontano
con il silenzio " (W.Carlos Williams).
Invece abbiamo imposto subito il linguaggio della rete
con il criterio dello "zapping" per dare ai tempi
della diretta radiofonica il dato della velocita'
della rete, per restituire il complesso dei linguaggi:
abbiamo inziato con un tour al Caspur, con interviste
da un tavolo di lavoro internazionale riunitosi a
Venezia a giugno per fare un punto sulla situazione italiana
rispetto al civic networking, alle politiche
economiche nella rete, a quelle giuridiche.
Nelle dirette abbiamo dato voce a esperti,
interrogandoli su domande come: che cos'e'
veramente un oggetto di rete? Che cosa e' un pop?
O chiedendo conferme e opinioni su affermazioni
del tipo "tirare cavi (aprire un pop) vuol dire
prendersi la responsabilita' del media", "dare la
possibilita' a piccole entita' di tirare cavi a
basso costo...", per evitare che si scivolasse
irreparabilmente sul divulgazionismo,
sull'assistenzialismo, sul pedagogismo, sul
deontologismo giornalistico-radiofonico.
Abbiamo giocato contemporaneamente sul sincrono
(diretta radiofonica) e sull'asincrono (pagina
web della trasmissione http://www.nexus.it/pop)
qui pubblicando il gobbo dell'anchorman, trascrizioni
di colloqui realizzati in diretta (vedi quello con Grauso
in zapp1.htm), pubblicazioni di chat realizzati
in diretta (e, in diretta, letti da Iperaudio, sistema
romano di bbs vocale).
- su questo punto si apre il discorso di prospettiva,
che la Radio denuncia di poter fare solo piu' in la',
e che il team di "senti internet" aveva posto, invece,
come condizione minima e necessaria di azione verso il
Nuovo Media o, per meglio dire, New-New Media.
"Senti Internet" proseguira' a partire da questi
presupposti.
Ecco il tuo discorso (o un'ipotesi di esso),
Vittorio, intendo dire quello che
sei costretto a fare quando devi metterlo sulla carta
frusciante di un quotidiano del calibro di Repubblica:
"Senti Internet", il punto di presenza sulla rete piu'
all'avanguardia degli ultimi tempi,
in onda ogni martedi' sulle frequenze nazionali di Italia
Radio, ha concluso la serie di sette trsmissioni
con un ricco e curioso "sguardo dietro le quinte del Web".
Il team Cataldi-Converso-Mazzucchi autori e conduttori
di "Senti Internet" dopo aver impazzato da
giugno a tutto luglio per luoghi di ricerca, per pop
come agora', mclink, nexus, video on line, per manifestazioni,
per protagonisti della rete, per "oggetti di rete" ecc..
hanno chiuso con una puntata emblematica in cui
con l' aiuto di un bbs vocale come Iperaudio abbiamo potuto
ascoltare la lettura del chat condotto, durante la puntata
precedente da The Cyberdeaf, una ragazza sordomuta, e come
le reti telematiche siano di aiuto e sostegno alle persone
portatrici di handicap; in cui parlando di pagine web
con architetti del web, con scrittori del Web, abbiamo
visto come si puo' affrontare il tema della telematica sociale
portando in studio una iniziativa come quella del Corteo
telematico di protesta del consigliere verde Giuseppe
Lobefaro e insieme, in una sorta di laboratorio radiofonico
di scrittura html, come condurre una protesta di peso
internazionale su Internet.
Tra termini come "pagina Verme", come "log di report"
come "server di protesta", cioe', termini per rispondere
alla domanda "come rendere il web
interattivo, come potenziare l'interattivita' del web?"
(foss'anche per rendere piu' rilevante, piu' "pesante"
una protesta come quella contro la ripresa dei test
atomici da parte della Francia), a "Senti Internet"
si e' parlato anche di nuovo standard del futuro:
se ora i client piu' diffusi sono Mosaic e Netscape
(ma piu' di tutti ques'ultimo) all'orizzonte c'e' un
nuovo client che si chiama Java (Java.sun.com)
e che in quanto a interattivita' promette salti mortali
con doppio avvitamento sul web. Anche se.... (per questo chiamami
al telefono).
Il "punto di presenza sulla rete", alla radio, che ha fin qui
disegnato "Senti Internet" riprendera' a settembre
e curera' maggiormente gli aspetti sperimentali nella
direzione della crezione di un NEW-NEW Media.
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