una vita spartana all'hotel de Angelis, i primi studi, A questo punto imbocchiamo la via Alloro, l’asse portante del mandamento Kalsa o Tribunali, che collega la Marina con il piano del Pretore.
Risalente al periodo arabo, la strada deve il suo nome alla presenza nel cortile del palazzo del marchese Lo Faso di San Gabriele (che vedremo oltre) di un rigogliosissimo albero di alloro che, morto di vecchiaia, venne reciso il 4 dicembre 1704. Il popolo nonostante questo continuò a chiamare la strada “via dell’Alloro”. Sciascia fa notare come sia strano, per non dire unico che la precisa data di morte di un albero sia stata tramandata quasi come fosse quella di una persona.
Poi arrivò la grande guerra che sfigurò la strada. E la fila di sfarzosi palazzi divenne una scioccante fila di rovine. L’incuria e i saccheggi dei decenni successivi fecero il resto. Contrafforti, puntelli e sbarramenti. La via Alloro rimase isolata e inaccessibile per oltre un ventennio. Quando questi sbarramenti vennero eliminati verso la prima metà degli anni ottanta il disastro era sotto gli occhi di tutti.
Superata la chiesa della gancia Oltrepassata la via della Vetriera ecco lo sfarzoso palazzo dei Beccadelli Bologna, marchesi della Sambuca. Opera tardo-barocca di Carlo Cenchi risale al 1787. Presenta una doppia corte collegata da una lunghissima galleria che arriva sino alla retrostante via Riso. La scuderia presenta colonne in billiemi, ed è suddivisa in tre navate e ventuno campate. Sulla via Vetriera è la
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